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Il  Leonberger è un cane misterioso.


Il che sarebbe già un buon inizio,  vero ??
Nel corso del tempo un velo di mistero ha avvolto tutta la storia della nascita di questa meravigliosa razza, e questo alone misterioso su come veramente sia stato possibile arrivare al Leonberger che conosciamo oggi, ha contribuito sicuramente ad accrescerne il fascino.

 

Una storia a metà tra cronaca reale e supposizioni, verità e immaginazione.
Qualsiasi percorso abbia portato alla nascita del Leonberger, possiamo davvero dire che :

UNA STORIA CHE SEMBRA UNA FAVOLA
PER UN CANE FAVOLOSO

E come per ogni favola iniziamo con il classico…

                                                  

 

C'era una volta...

C’era una volta Heinrich Essig.

Era  baffuto signore tedesco dall’aria severa che viveva a Leonberg, la sua città
natale, a pochi chilometri da Stoccarda.

 

Essig era un assessore comunale, un noto politico locale, un uomo d’affari con la grande passione per gli animali, in particolare i cani di taglia grande,  e volendo rendere onore alla sua città, pensò di creare qualcosa di veramente originale, a cui nessuno avrebbe mai pensato.
Essig volle rendere onore alla sua città ( Leonberg, appunto)  in modo molto particolare e stravagante.
Ebbe l’originale idea di celebrare la sua città natale “creando” una razza canina che somigliasse più possibile ad un leone, e si mise all’opera attorno alla metà del 1800.

Heinrich Essig

San Bernardo

Terranova

Cane da Montagna dei Pirenei

Cominciò con degli accoppiamenti tra Terranova, il Cane Da Montagna Dei Pirenei, cani San Bernardo che provenivano dall’ Ospizio dei Monaci del Gran San Bernardo, e lo stesso Essig successivamente aiutò i monaci svizzeri, portando loro alcuni esemplari dei suoi cani per aiutare i monaci che avevano avuto i loro cani decimati da  una epidemia
Con questi cani continuò gli accoppiamenti per diverse generazioni, lavorando probabilmente in stretta consanguineità, incrociando cioè cani che erano molto imparentati tra di loro.

 

Nel 1846 Essig dicharò ufficialmente la nascita del primo esemplare di razza LEONBERGER

Durante il  periodo di maggiore fama, Essig viaggiava moltissimo, ed arrivò ad avere perfino 300 cuccioli all’anno, questo soprattutto grazie alla nipote Maria, che aveva cura di tutti i cani durante le sue assenze e che da molti era definita “ l’anima del canile”
Ovviamente quei cani ricordano solo da lontano il Leonberger che conosciamo noi oggi, ma le cronache raccontano che Essig si arrabbiasse moltissimo quando vedeva cuccioli troppo bianchi o poco fulvi, o molto chiari.

Ecco com'erano i primissimi Leonberger.....

La sua fama arrivò perfino oltreoceano, in America, dove due dei suoi cani ( Cesar e Sultan), girarono tutti gli Stati Uniti d’America a seguito dei loro proprietari, due famosi attori di teatro dell’epoca.

 

I due Leonberger  parteciparono a moltissimi spettacoli teatrali dei loro proprietari, spargendo così la fama di Essig  oltreoceano e stimolando nelle persone la curiosità per  questa nuova razza canina, tanto che la razza Leonberger compare in alcuni cataloghi di esposizioni cinofile del AKC ( American Kennel Club) tra il 1887 e il 1892.

 

Il nome di Essig ormai era ovunque e i suoi cani avevano un successo strepitoso.
Ebbero dei Leonberger : il grande musicista e compositore Richard Wagner


Giuseppe Garibaldi fece omaggio di un cucciolo di Leonberger alla sua adorata moglie Anita
 

L’ Imperatrice Elisabetta d’Austria, la famosa “Imperatrice Sissi”,  ebbe addirittura 7 Leonberger,  e in un dipinto dell’epoca si fece ritrarre con due dei suoi Leonberger che le sedevano accanto, il dipinto è ancora oggi visibile al Volksgarten di Vienna.
Anche il cancelliere Otto Von Bismarck ebbe i Leonberger

 

 

 

Sucessivamente  per il Leonberger iniziò un declino che lo portò ad un passo dall’estinzione, e questo per colpa di un concatenarsi di eventi negativi in un periodo relativamente breve.

Essig morì nel 1889, senza nemmeno la soddisfazione di vedere la nascita del primo “Leonberger Klub Berlin”, formato da pochi appassionati nel 1891.
Molte persone fecero di tutto per sminuire e deridere questa razza, compresi gli stessi monaci svizzeri che a suo tempo erano stati aiutati da Essig ma che successivamente lo osteggiarono pesantemente nella diffusione della razza,  insieme a molti allevatori di razze simili ma più famose .
Il presidente del "Internationaler Klub fur Leonberger Hunde Stuttgart" Albert Kull, un artista pittore di Stoccarda, stilò il primo standard di razza, focalizzandosi su alcuni particolari, come la maschera nera sul muso.

La Prima Guerra Mondiale rischiò veramente di vedere la scomparsa totale del Leonberger dall’universo canino.
Molti cani di grande taglia, tra cui non facciamo fatica ad immaginare il Leonberger, venivano infatti  utilizzati per trainare al fronte carretti di munizioni o pezzi di artiglieria leggera oppure per stendere rotoli di linee di comunicazione dato che era molto più difficile colpire un cane che non un cavallo.
Nessuna documentazione di genealogia sopravvisse.

Karl Stadelmann Otto Josenhans, questi i nomi delle due persone che alla fine della prima guerra mondiale, si misero alla ricerca di cani di razza Leonberger per tutta la Germania, riuscendo a trovarne non più di una trentina e di questi esemplari meno della metà venne ritenuta idonea alla riproduzione.
Data la situazione economica disastrosa del dopoguerra, era davvero improbabile che qualche singolo allevatore pensasse di ricominciare ad allevare, così nel 1922 nacque una cooperativa battezzata “Leonberger Hundezucht Genossenschaft” formata da 7 Allevatori, che incrementarono la razza arrivando a registrare già nel 1927 a registrare il Leonberger numero 342, nel “Registro Nascite” da loro creato e che tuttora continua ininterrotto.

Due Leonberger nel 1934

Leonberger 1948 circa

Il Leonberger oggi

Arrivò anche la Seconda Guerra Mondiale, e fu peggio della prima…


il Terzo Reich aveva  cominciato a influenzare il mondo cinofilo, assumendo addirittura il controllo di tutti i registri di cani nati in Germania .
Il club di razza venne ribattezzato dal Reich "Fachschaft fur Leonberger Hunde"nel 1933. Ma fortunatamente, in via non ufficiale, attorno a Leonberg e nella zona di Stoccarda, alcuni coraggiosi continuavano ad allevare Leonberger: nel 1945 vennero registrati 22 cuccioli e nel 1947 ce ne furono 27.
La Seconda Guerra, segnò anni veramente turbolenti e confusi ed i pochi cani sopravvissuti dettero vita a due fazioni ed infine al "Club fur Leonberger Hunde" , nato nel 1947 e ribattezzato "Deutscher Club fur Leonberger Hunde"nel 1948 che ancora oggi continua la sua opera.


Nel 1955 arrivò il riconoscimento ufficiale della razza da parte della FCI.


Seguirono due revisioni di standard: la prima, subito dopo la guerra durante la presidenza di Hans Weigelschmidt, rese più conciso il verboso standard originale del 1985 e diminuì la taglia minima dei maschi a 76 cm al garrese dagli 80 cm minimi di partenza (all’epoca non esisteva taglia massima); la seconda revisione, negli anni 60, introdusse le misure che noi conosciamo oggi che sono dai 72 agli 80 cm al garese per i maschi e dai 65cm ai 74cm al garrese per le femmine.   
Sotto la presidenza di Robert Beutelspacher nel 1975 viene fondata l’Unione Internazionale del Leonberger Club, e con questo siamo praticamente arrivati ai giorni nostri.


Se a questo punto della storia vi aspettavate di leggere che…”è stato risolto il mistero del Leonberger”…beh…vi sbagliate!


Facciamo un salto indietro nel tempo, quando Essig morì.
Il severo signore con i baffi,  morì nel 1889 e non lasciò nulla di scritto.
Uno scherzetto niente male per chi sarebbe arrivato dopo……..

Se sia stata una decisione personale di Essig, oppure se i documenti c’erano e vennero distrutti volutamente da qualcuno, o se tutti i suoi appunti sono stati trovati e buttati via per errore, questo non lo sapremo mai.


Il Leonberger ha sicuramente preso dal Terranova le zampe palmate, infatti è un nuotatore appassionato e un grande amante dell’acqua.

Ma il colore ?? Da dove arriva quel colore così caldo e meraviglioso ?


I veri passaggi degli accoppiamenti fatti, la scelta dei maschi e delle femmine da incrociare,  e i colori dei cuccioli ottenuti per poi arrivare al colore del Leonberger che conosciamo, sono ancora oggi un mistero. Per non parlare poi della” fredda” scienza. Anche i genetisti infatti ci confermano che all’appello nel mix che è andato a comporre i nostri adorati leoni manca “l’ingrediente X”: Terranova, Montagna dei Pirenei e San Bernardo da soli non “fanno” un Leonberger.


Cosa  rimane quindi, alla fine della nostra storia, se non abbiamo risolto il mistero?

Ci rimane un’unica certezza : un cane davvero speciale.
Chi ha la fortuna di dividere la sua vita con uno o più Leonberger,  può dire in totale sincerità che è un cane molto particolare.
Quando un Leonberger ti guarda negli occhi, ti entra nell’anima, e lascia impronte così profonde nel cuore, che d’ora in avanti  sarà impossibile immaginare la tua vita senza almeno uno di loro accanto a te.

 

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